No alla riforma della LPP

Che impatto avrà il «no» alla riforma della LPP?

Il«No» espresso in occasione dell’ultima votazione non comporta un cambiamento degli attuali parametri della previdenza professionale. Sebbene la riforma sia stata respinta, l’argomento rimane attuale e vale la pena di ripensare e rivedere le soluzioni assicurative e previdenziali della vostra azienda nel suo complesso. Approfittate di questa opportunità per presentarvi come un datore di lavoro attraente con soluzioni previdenziali moderne e flessibili.

La popolazione svizzera ha respinto la riforma della LPP. L’iniziativa mirava a rafforzare il finanziamento del secondo pilastro, a mantenere il livello delle prestazioni e ad aumentare il coinvolgimento dei lavoratori part-time e delle persone con salari più bassi nella previdenza professionale. Scoprite di più sugli ultimi sviluppi.

La riforma della LPP avrebbe dovuto migliorare la situazione degli assicurati nel regime obbligatorio e di quelli la cui copertura assicurativa supera solo leggermente il minimo previsto.

Che impatto avrà il rifiuto della riforma della LPP sui datori di lavoro e sui lavoratori?

Il«No» espresso in occasione dell’ultima votazione non intacca gli attuali parametri della previdenza professionale.

L’aliquota di conversione per i nuovi beneficiari di rendita rimane il 6,8%, vale a dire che una persona che ha risparmiato un avere di vecchiaia di 100 000 franchi all’età di 65 anni continuerà a ricevere una rendita annuale di 6800 franchi. La riforma avrebbe previsto una riduzione dell’aliquota al 6,0%.

I tassi di contribuzione per il risparmio degli averi di vecchiaia rimangono invariati. La riforma della LPP prevedeva una riduzione della graduazione dell’età da quattro a due livelli. Allo stesso tempo, i tassi di contribuzione sarebbero stati leggermente ridotti. Questo avrebbe ridotto le spese soprattutto per i dipendenti più anziani.

La deduzione di coordinamento di 25 725 franchi e la soglia d’ingresso di 20 050 franchi restano in vigore anche in futuro. La riforma della LPP prevedeva che la deduzione fissa di coordinamento fosse sostituita da una deduzione variabile pari al 20% del reddito AVS. Era inoltre prevista una riduzione della soglia d’ingresso a 19 845 franchi.

Queste misure avrebbero aumentato il reddito assicurato e di conseguenza anche i contributi di risparmio. Ne avrebbero beneficiato soprattutto i dipendenti a tempo parziale e quelli con salari esigui.

Mantenendo la deduzione di coordinamento, la soglia d’ingresso e i tassi di contribuzione al risparmio, l’onere finanziario per le aziende e i dipendenti rimane invariato rispetto a oggi.

Quali sono le conseguenze del rifiuto della riforma della LPP?

La situazione finanziaria delle fondazioni di previdenza nel contesto obbligatorio o quasi obbligatorio della LPP rimane invariata. L’aumento dell’aspettativa di vita richiede pagamenti di rendita più lunghi, per cui gli averi di vecchiaia disponibili spesso non sono sufficienti per soddisfare queste promesse di pagamento. Questo costringe le casse pensione a ridistribuire i fondi mancanti. In concreto, ciò significa che gli assicurati attivi ricevono un tasso d’interesse più basso, poiché i fondi sono necessari per finanziare le prestazioni.

I lavoratori a tempo parziale, le persone con più rapporti di lavoro e i lavoratori a basso reddito sono ancora largamente esclusi dalla LPP. Pur esercitando un’attività lucrativa, gli interessati risparmiano poco o niente per la pensione. Per queste persone rimane quindi difficile provvedere alla propria previdenza per la vecchiaia e c’è ancora il rischio che le spese di vita future debbano essere coperte da prestazioni complementari.

Queste e altre questioni dovranno essere affrontate in un ulteriore pacchetto di riforma della previdenza professionale.

Quali sono le possibilità per i datori di lavoro dopo il no alla riforma della LPP?

Nonostante il rifiuto della riforma, i datori di lavoro hanno l’opportunità di modellare attivamente, modernizzare e rendere più flessibile la previdenza professionale dei propri dipendenti. Uno sviluppo proattivo della soluzione previdenziale può anche costituire un vantaggio sul mercato del lavoro, in quanto le aziende possono presentarsi ai potenziali candidati come datori di lavoro al passo con i tempi.

Le misure possibili sono molteplici. Ad esempio, potete offrire un piano con opzioni di risparmio aggiuntive, oltre al piano assicurativo standard esistente. I dipendenti sono così liberi di scegliere quale piano sottoscrivere. Spetta a voi decidere chi paga i contributi aggiuntivi. Se queste spese sono sostenute dai dipendenti, l’azienda non deve assumersi alcun costo. Se l’azienda si assume una quota maggiore, i costi per i contributi di previdenza aumentano di conseguenza.

Nel caso di aziende con un numero elevato di collaboratori a tempo parziale, conviene chiarire se è possibile ridurre la deduzione di coordinamento. Ciò consente ai lavoratori part-time e alle persone con più attività lavorative di aumentare il proprio reddito assicurato. Questo ha un impatto finanziario sia sui datori di lavoro che sui dipendenti, in quanto i contributi sui salari assicurati in aggiunta sono sostenuti congiuntamente.

Vi consigliamo pertanto di contattare i responsabili della vostra fondazione di previdenza. Potranno fornirvi le informazioni necessarie e mostrarvi le varie opzioni, affinché possiate sviluppare una soluzione previdenziale ottimale.

BDO segue da vicino gli sviluppi nel settore e vi terrà regolarmente informati sullo stato attuale dell’implementazione. I nostri esperti saranno lieti di assistervi per far fronte alle sfide che vi attendono.